PER FAVORE... NON CHIAMATEMI PR - ๐ฎ๐ง ๐ฅ๐ข๐›๐ซ๐จ ๐๐ข ๐‘๐จ๐›๐ž๐ซ๐ญ๐จ ๐’๐ญ๐š๐ฌ๐ข๐จ

PER FAVORE... NON CHIAMATEMI PR - ๐ฎ๐ง ๐ฅ๐ข๐›๐ซ๐จ ๐๐ข ๐‘๐จ๐›๐ž๐ซ๐ญ๐จ ๐’๐ญ๐š๐ฌ๐ข๐จ


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๐“๐ข๐ญ๐จ๐ฅ๐จ: Per favoreโ€ฆ non chiamatemi PR
๐€๐ฎ๐ญ๐จ๐ซ๐ž: Roberto Stasio
๐๐ซ๐ž๐Ÿ๐š๐ณ๐ข๐จ๐ง๐ž: Francesco Ferrari
๐„๐๐ข๐ญ๐จ๐ซ๐ž: Sagep Editori
๐€๐ง๐ง๐จ: 2025
๐๐š๐ ๐ข๐ง๐ž: 112
๐ˆ๐’๐๐: 979-12-5590-260-7
๐€๐œ๐ช๐ฎ๐ข๐ฌ๐ญ๐š: https://www.sagep.it/prodotto/per-favore-non-chiamatemi-pr/

Questo libro non nasce da una teoria: nasce da sale riunioni, cartelle stampa, numeri rifatti di notte e telefoni che squillano fuori tempo. Stasio lo racconta per casi, in prima persona, con un tono asciutto e poco incline alla posa. La prefazione di Francesco Ferrari aiuta a capire lโ€™angolo: qui il mestiere non viene venduto come patina o mitologia del mestiere, ma come una pratica fatta di tempi e tatto.

Ferrari lo riassume con un episodio rapido (e lo usa come esempio, non come centro del libro): durante unโ€™intervista con un grande capo, nel mezzo di una scena solenne, arriva una telefonata privata da casa. Il comunicatore non โ€œgestisce lโ€™immagineโ€, gestisce lโ€™imbarazzo: fa un cenno minimo, ยซfai finta di nienteยป, e mette il giornalista nella condizione di arretrare senza sentirsi respinto. Si ricompone il clima, lโ€™intervista riparte. รˆ un dettaglio piccolo che chiarisce una cosa grande: comunicare spesso significa sparire al momento giusto.

Nel libro cโ€™รจ un bilancio umano, quasi domestico. Smettere di lavorare non coincide con la pensione, coincide con una domanda: mi piace ancora questo mestiere? La risposta รจ no.


Nellโ€™introduzione, Stasio stringe un piccolo patto con il lettore: niente lezioncine e niente autocelebrazione, solo il mestiere della comunicazione dโ€™impresa โ€“ ufficio stampa, portavoce, consulenza โ€“ messo in chiaro, con la fatica, i fraintendimenti e quelle scelte minute che contano piรน degli slogan. E aggiunge: ยซHo pensato di scrivere questo diario โ€“ non ho lโ€™ambizione di chiamarlo libroยป. Nel libro cโ€™รจ un bilancio umano, quasi domestico. Smettere di lavorare non coincide con la pensione, coincide con una domanda: mi piace ancora questo mestiere? La risposta รจ no.

Da qui la memoria prende un andamento cronologico che รจ anche una piccola storia degli strumenti: macchina da scrivere, fax, pony express, email, cellulare, digitale, fino a quel periodo di โ€œaccesso remotoโ€ che, scrive, inibiva la relazione e il rapporto umano ed empatico con clienti e interlocutori. Dentro questa traiettoria lโ€™autore definisce, senza proclami, la figura che rivendica: un portavoce che conosce settore, regole e leggi, che sta vicino al management senza farsi megafono, e che traduce complessitร  senza trasformarla in spettacolo.

La trama si dispone come una biografia professionale per capitoliโ€‘caso: dieci tappe e una conclusione, ciascuna con un luogo, un personaggio e un tipo di pressione. Si apre con la prima quotazione (seterie Ratti, 1989), dove capisci subito che il โ€œrigoreโ€ non รจ un concetto astratto ma una disciplina che passa anche dal cerimoniale della rappresentazione, perfino dallo sfondo delle slides (ยซSรฌ, va bene ma io perรฒ per lo sfondo delle diapositive userei un altro colore, che soโ€™ un bel blu manto di Madonnaยป). Poi Genova entra in campo: lo stadio, gli eventi, la politica, e il lavoro che si fa nel traffico delle persone e degli umori. Da lรฌ si sale al capitolo piรน strutturale sulle multiutility (Amga, Iride, Iren), dove la cronaca economica non concede preamboli e la lingua deve stare corta: ยซDimmi, ma veloceยป.

Dopo, il libro cambia luce e scala. Entra lโ€™imprenditoria familiare (Latte Tigullio e i Luzzati). Il primo incontro รจ giร  una scena: lo stabilimento un poโ€™ in disarmo, lโ€™ufficio ricavato in un container nel piazzale, la nube di fumo di pipa. E Chicco che taglia corto: ยซnon faccia caso al casinoโ€ฆ lโ€™importante รจ vendereยป. Si passa quindi allโ€™energia โ€œda regiaโ€ di Aldo Grimaldi e delle trasferte, e alla nautica di Ferretti. Subentra lโ€™eventoโ€‘macchina di Heineken/Trofeo Birra Moretti, dove prima della frase โ€œgiustaโ€ cโ€™รจ il lavoro sporco di tenere insieme il reale: varchi sotto pressione, transenne che cedono, telefoni che squillano tutti insieme. In mezzo arriva la voce di chi รจ sul posto, non un comunicato ma un allarme: ยซRaga, qui รจ tutto un casino, stanno sfondando per entrareโ€ฆยป. Seguono la storia personale di Arcaplanet e lโ€™avventura tecnologica di BBBell. Fino al capitolo sul Ponte Morandi, quando la comunicazione smette di accompagnare lโ€™economia e diventa, piรน semplicemente, presenza davanti a una tragedia pubblica (ยซIl ponte, quel ponte che avevamo attraversato migliaia di volteโ€ฆ non esisteva piรนยป).

Dal punto di vista strettamente letterario, Stasio rende bene quando lavora per scena: un luogo riconoscibile, un gesto, una frase, un dettaglio di logistica o di abbigliamento che diventa segno.


Dal punto di vista strettamente letterario, Stasio rende bene quando lavora per scena: un luogo riconoscibile, un gesto, una frase, un dettaglio di logistica o di abbigliamento che diventa segno. In quei punti la scrittura รจ asciutta e concreta, con unโ€™ironia lieve che non cerca la battuta ma aggiunge sale alla descrizione. Quando invece prevale la necessitร  di ricostruire contesti societari e passaggi organizzativi, la pagina si fa piรน informativa e meno tesa; รจ un cambio di temperatura coerente con la natura diaristica del progetto. Ma chi sta fuori dal settore, ogni tanto, puรฒ desiderare un appiglio in piรน di โ€œscena madreโ€ che tenga alta la corrente narrativa.

Il titolo, Per favoreโ€ฆ non chiamatemi PR, funziona come richiesta di precisione piรน che come provocazione. La cosa interessante รจ che Stasio, pur tenendo il profilo basso e chiamandolo โ€œdiarioโ€, si prende unโ€™ambizione tutta letteraria: trasformare trentโ€™anni di appuntamenti, notti, capi e cittร  in una sequenza di scene nitide. Quando prende ritmo lโ€™effetto รจ netto: non ti spiega dallโ€™alto, ti mette accanto. Non a caso, nelle Conclusioni, abbandona la cronaca minuta e prova a chiudere in chiaro: ยซNon รจ stato solo un mestiere, ma un percorso fatto di incontri straordinariยป. E, per stringere, sceglie unโ€™immagine: ยซbisogna essere sempre un poโ€™ equilibristiยป. รˆ un album, sรฌ: perรฒ scritto con una cura ostinata e discreta, perchรฉ quelle pagine possano essere lette con piacere.

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