Il Devotissimo di D'Annunzio - di Ruggero Morghen
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๐๐ข๐ญ๐จ๐ฅ๐จ: Il devotissimo di dโAnnunzio.Vita e lettere di Alessandro Pozzi legionario fiumano
๐๐ฎ๐ญ๐จ๐ซ๐: Ruggero Morghen
๐๐จ๐ฅ๐ฅ๐๐ง๐: Faretra,
๐๐๐ : 184
๐๐๐ข๐ญ๐จ๐ซ๐: Edizioni Solfanelli
๐๐ง๐ง๐จ: 2025
๐๐๐๐: 978-88-3305-569-5
๐๐๐ช๐ฎ๐ข๐ฌ๐ญ๐: https://www.edizionisolfanelli.it/ildevotissimodidannunzi...
Ruggero Morghen, con "Il devotissimo di dโAnnunzio. Vita e lettere di Alessandro Pozzi legionario fiumano", usa un โminoreโ per entrare nel cuore di una vicenda massima: il fiumanesimo come religione civile e la sua metamorfosi nel fascismo, prima rivoluzionario e poi regime. Il libro non รจ una cartolina nostalgica su Keller, Fiume e il Vittoriale; รจ un attraversamento tra carte dโarchivio, lettere, referti medici, biografie di seconda mano e dediche in frontespizio. Al centro cโรจ Pozzi, ma il vero protagonista รจ la macchina dei miti politici italiani.
Il primo nucleo รจ la doppia vita di Sandro Pozzi. Morghen prende sul serio la sua traiettoria: corridoniano, ardito, legionario fiumano, sansepolcrista, devoto del Comandante. Ma, seguendo gli incroci dโarchivio di Mauro Canali e i fascicoli della polizia politica, mostra anche lโaltra faccia: negli anni Trenta Pozzi diventa confidente della polizia, informatore retribuito sulle reti antifasciste nel Vicentino, uomo che passa notizie su persone e ambienti che conosce proprio grazie al suo passato di militante. La biografia non viene moralizzata, viene mostrata: la stessa persona che scrive a dโAnnunzio โAl mio Numeโ compila rapporti riservati per la questura. Il punto forte qui รจ il lavoro di rete: Pozzi non รจ mai solo, รจ sempre dentro un intreccio di gruppi โ sindacalismo rivoluzionario, ambiente Giampaoli e Yoga, cerchia del Vittoriale, aeronautica, polizia politica. La tesi di fondo passa da qui: guardare un devoto di seconda fila permette di vedere in piccolo lโintero laboratorio italiano tra guerra, rivoluzione, culto del capo, sorveglianza e disciplinamento.
Secondo nucleo: Fiume come religione civile. Morghen lavora sulla parola โdevotissimoโ e sullโinvocazione al โNumeโ dandole peso teorico. Le lettere di Pozzi a dโAnnunzio, la liturgia del Vittoriale, i motti (โMemento audere semperโ, โlโalalร del cieloโ), gli โeremiโ veri e simbolici costruiscono una costellazione in cui la politica รจ rito, pellegrinaggio, vocabolario sacro. Lโautore si appoggia alla categoria di โreligione sincreticaโ, ma la tiene vicina ai documenti: non fa filosofia della storia, mostra la concretezza di un culto fatto di biglietti, udienze mancate, rimproveri feroci (โil fango del trivioโ portato nellโEremo), piccoli privilegi dispensati e revocati. Ne viene fuori un fiumanesimo doppio: geniale e grottesco, creativo e giร intriso di quelle gerarchie che il fascismo istituzionale porterร a sistema.
Terzo nucleo: il corpo del legionario e la fragilitร del devoto. I capitoli sui sanatori, sulle infermitร , sulle crisi psichiche spostano lโasse dal mito allโanatomia. Pozzi e Giampaoli a Cuasso al Monte, il soggiorno alla Villa delle Rose, i referti che parlano di โdelirioโ, le lettere preoccupate del cerchio vittoriale: qui Morghen buca la superficie eroica. Il legionario invalido che insiste sulla propria fede e sulla propria dedizione al Comandante รจ insieme vittima e prodotto di quel linguaggio di sacrificio. La malattia non viene usata come chiave psicologistica facile, รจ un pezzo di contesto: ricordare che il culto della giovinezza, della guerra-come-festa e del volo come ascesa si consuma nella tubercolosi, nella depressione, in corpi che si sfaldano.
Quarto nucleo: mito e fonte, con al centro il libro di Pozzi su Guido Keller. Qui Morghen ragiona da storico. "Guido Keller. Nel pensiero, nelle gesta" รจ agiografia interna, intrisa di stereotipi spiritualisti e di un lessico pseudo-nietzschiano. Il volume non viene nรฉ assolto nรฉ buttato via: viene messo a confronto con archivi di polizia, carte del Vittoriale, biografie successive, giudizi severi della storiografia. Lโoperazione รจ pulita: mostra quanto sia pericoloso usare i testi dei devoti come se fossero cronaca neutra, ma anche quanto sarebbe miope ignorarli perchรฉ โtroppo contaminatiโ. La storiografia passa per una linea sottile: leggere la fonte contro il proprio intento mitizzante, senza fingere che non sia un pezzo di culto. Il legionario volante che tanta pubblicistica recente ha trasformato in santo laico del ribellismo viene ricentrato: nei documenti appare insieme dandy, aviatore spericolato, organizzatore di imprese grottesche, uomo capace di grande generositร e di scelte politiche radicali e inquiete.
Quinto nucleo: la lunga durata del fiumanesimo e delle sue immagini. Le dediche autografe sui volumi di Pozzi, le reti trentine e gardesane, i ritorni in Val di Ledro, le commemorazioni del volo su Vienna, fino alle graphic novel, ai blog e ai post social contemporanei โ tutto concorre a mostrare che il fiumanesimo non รจ un episodio chiuso. ร una riserva di segni cui si continua ad attingere, spesso in modo inconsapevole. Il merito di Morghen รจ di ricostruire la storia di queste immagini: da dove vengono certi slogan, certi gesti rituali, certe icone pop di Keller.
Quanto alla scrittura, il libro sta in un equilibrio riuscito tra prosa documentaria e racconto. Le frasi sono di solito brevi; il tono รจ sobrio, ogni giudizio viene agganciato a una citazione, a un documento, a uno studio precedente. Le note a piรจ di pagina sono un secondo testo, denso: vi si incrociano lavori di storiografia alta, biografie giornalistiche, cronaca locale. Per il lettore non specialista questo apparato puรฒ risultare esondante, ma รจ anche ciรฒ che dร spessore allโinchiesta. Morghen usa volentieri piccoli dettagli concreti โ una rapina alla Braidense, un gesto osceno contro Ciano, le vespe di benefattori omonimi di Pozzi โ per impedire alla storia di alzarsi in volo retorico. Lโoggetto รจ un culto, la scrittura resta programmaticamente laica.
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